Alto gradimento

Decisamente ha gradito molto… non  mi ha dato neanche il tempo di fotografare il piatto con “Pasta crema di melanzane e dadolata di pomodoro fresco”, creata ieri sera ispirata da quello che avevo in frigo. Per chi volesse ecco la ricetta:

Prendere una melanzana farla a dadini e saltarla in padella con un cucchiaio d’olio. Poi passare al mixer con uno spicchietto d’aglio, basilico e olio fino a creare una crema fluida. Una volta lessata la pasta, passarla un poco sotto l’acqua fredda, quindi condirla con la crema di melanzane e aggiungere la dadolata di pomodoro. Io ho usato due perini maturi.

Conflitti

Siamo a circa un mese di prove senza pannolino. L’ottimismo regna sovrano. Continuo a portarmi dietro cambi su cambi tra il nido e casa.  Ma poi leggi e ti si gela il sangue:

Freud sostenne inoltre che ogni fase è accompagnata da potenziali conflitti tra il bambino e i genitori, come quelli concernenti lo svezzamento o l’addestramento degli sfinteri. Il modo in cui il bambino sperimenta quei conflitti influisce sui fondamenti della sua personalità e sugli schemi di comportamento di tutta la sua esistenza.
K. Stassen Berger Lo sviluppo della persona
(fonte PSYCHO-DIDA)

Quindi vuol dire che Edo quando non vuole neanche minimamente sedersi sul wc o togliersi il pannolino della notte sta facendo un gioco-forza con me? E il risultato condizionerà la sua esistenza?

Ma siccome io so’ de’ coccio l’ho portato al nido con il solito kit di cambi.

Opinioni

Domenica sera a cena da GMG (*):

Papà: “Edo com’è papà?”

Edo: “Graaande!”

Papà: “e mamma?”

Edo: “Bella!”

Papà: “e Gaia?”

Edo (pensandoci un attimo): “MIA!”

(*) Giorgia, Marco, Gaia

La mamma frettolosa fa del figlio un pacco

E’ da un po’ che ne volevo parlare… mi capita spesso di incontrare, la mattina quando accompagnamo Edo al nido, una mamma particolarmente frettolosa. Detta così la cosa non sconvolge, visto che ormai tutti noi facciamo i salti mortali per conciliare gli orari dei figli con l’entrata in ufficio, cercando l’orario migliore per evitare il traffico e non arrivare tardi… ma la cosa che mi da fastidio è vedere quelle mamme (come questa) che strattonano il proprio figlio, lo legano sul passeggino e lo lanciano in classe.

Questa mamma però le supera tutte: se incontra una qualsiasi delle maestre nel parcheggio gli “molla” il figlio e se ne va… Forse sono esagerata ma basterebbe uscire due minuti prima di casa visto che lo accompagna alle 8.15 e il nido apre alle 7.30. E non fare del proprio figlio un pacco.

Il vento

Nuova abitudine: a letto alle 20.30 con mamma al seguito in qualità di creatrice di vento.
Immaginate: Edo sdraiato in posa da sirenetto, gaudente e rinfrescato da mamma che con il ventaglio gli fa “vento”.

In queste giornate di caldo asfissiante ho avuto questa brillante idea, memore del ricordo di quando da piccola mia zia mi sventolava e il rumore delle stecche del ventaglio mi facevano da ninna nanna.

Edo mi ha superato… io non chiedevo ma lui decide anche dove va direzionato il vento: piedini, manine, dietro al collo… edonista di nome e di fatto.

Vincitori e vinti

Come ogni anno, per la festa di fine anno al nido di Edo, viene indetta una gara di torte: ogni mamma prepara una torta che viene assaggiata e votata da bimbi e parenti.
Ebbene io ho preparato una torta alle albicocche (*). Prima classificata torta alla nutella e cocco base di pan di spagna (comprato e non realizzato ndr). Diciamo che ho un po’ rosicato, non perché volessi vincere… il podio l’ho comunque conquistato – terzo posto – ma speravo in una sconfitta più leale… si è puntato decisamente alla gola dei bimbi.

Vittoria morale a casa e con gli amici. Questa l’ho realizzata ieri per il pranzo della domenica dai nonni.

(*) un merge tra l’orginale “Torta alle albicocche” di Annalisa Barbagli nella sua “Cucina di casa” e quella di Cavoletto. Non pistacchi ma mandorle sulla superficie.

Naufragar m'è dolce…

Non  ho avuto più tempo di fare tentativi di vero spannolinamento ma ogni sera al ritorno dal nido, prima di fare il bagnetto, si fa una pausa sul wc. Anche al nido le maestre lo stazionano un po’ sulla “tazzetta”. Ovviamente non succede niente ma sta prendendo confidenza con l’oggetto incriminato.

Ma la cosa interessante è che ieri pomeriggio siamo stati a trovare Gaia e insieme hanno fatto un po’ di giochi acquatici. In costume, quindi senza pannolino, è riuscito a fare nel giro di qualche minuto due volte la cacca e una la pipi e non ha battuto ciglio.
Tutto il pomeriggio non ha fatto che farsi la pipì addosso e non gli ha dato per niente fastidio.
Sono caduta in una profonda disperazione. Riproveremo. Intanto si continua con l’approccio dolce. 

In itinere

Venerdì sera, presi dall’entusiasmo, abbiamo provato a far sedere Edo sul WC. Pronto per il bagnetto serale, lo abbiamo invitato in bagno con il solito entustiasmo delle sorprese. All’apparenza ben disposto quando ha visto il riduttore (precisamente quello della foto) è scoppiato a piangere urlando “mio mio”. Poi lo ha strappato dal wc ed è corso via, si è messo seduto per terra con il riduttore ben stretto a se. Abbiamo scoperto più tardi che per lui è una paparella… E meno male che avevamo scartato appositamente sia quelli a forma di papero sia i vasini tipo ippopotamo proprio per non distrarlo dall’obiettivo.
Il gioco è proprio dentro di loro. La cosa grave è che ora oltre a non voler provare a farla li… non vuole neanche essere cambiato e urla ogni volta che fa la popò.

Avremo sbagliato l’approccio? Speriamo bene. Aspettiamo che i tempi siano maturi.

“Spannolinare”

Panico : è quello che provo pensando soltanto a come affrontare l’abbandono del pannolino.

Ho cercato di documentarmi: internet di solito aiuta … ma su questo argomento c’è poco e comunque è sempre una questione di c…. in tutti i sensi. E’ come quando abbiamo svezzato, o cambiato letto a nostro figlio. A qualcuno tutto fila liscio ad altri no.
E allora vasino o riduttore, pannolini mutandina o completa libertà? Librino con la storia buffa da raccontargli o approccio diretto, del tipo: guarda cosa c’è in bagno?
Queste le domande che ultimamente mi affliggono, insieme ad una strana malinconia di quand’era piccolissimo.

La vita in due + 1

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