Come già anticipato quest’anno Edo ha cambiato scuola per frequentare l’ultimo anno di materna alla scuola dell’infanzia comunale. Ha lasciato tutti i suoi amici e le sue maestre. In più mamma e papà per ora sono tornati a lavorare in sede e passano tre ore per 90 km sul raccordo anulare prima di poterlo rivedere. Per lui abituato a essere portato e preso dai genitori è stato una bella batosta.
I primi giorni c’è stato l’inserimento, un giorno uscita alle 12.30, un altro alle 14.30 poi finalmente l’orario normale alle 16.30. I nonni paterni sono un valido sostegno nel riprenderlo a scuola, mentre la mattina lo accompagnamo noi e lo lasciamo senza problemi.
Domenica ho festeggiato dai miei genitori il mio compleanno (in anticipo di un giorno, sob) e mentre ci apprestavamo a fare il brindisi, Edo ha insistito per farlo lui.
Ci ha chiesto di stare in silenzio poi ci ha guardato serio serio ed… è scoppiato in lacrime. Abbiamo cercato di capirne il motivo, mentre lui continuava a scusarsi disperato che non si ricordava l’inizio. Dopo qualche momento di imbarazzo alla fine ha concluso augurando buon appetito.
Siamo rimasti attoniti da tanto sconforto ma nonostante qualche dubbio, abbiamo lasciato correre. Lunedì torna a scuola e la sera restiamo a cena dai nonni paterni per rifesteggiarmi ed ecco di nuovo la richiesta di brindisi. Ma più sicuro di se e della formula ormai memorizzata ci ordina:
Alzate la mano destra, l’altra sul cuore. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Signore benedici il cibo che stiamo per prendere. Fa che non manchi mai a nessun bambino. Grazie Gesu. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Buon appetito.
Il silenzio è sceso nella stanza. Noi abbiamo scelto di non avvalerci dell’insegnamento della religione e la scuola è pubblica non gestita quindi da religiosi. Siamo venuti a scoprire che questa preghiera, che Edo è convinto sia un brindisi, viene fatta dire a tutti i bambini di ogni religione ed età tre volte al giorno. Ovviamente siamo in presenza di un vero indottrinamento e direi anche abuso della libertà.
Penso che non sia etico far partecipare ad un rito confessionale bambini che non conoscono neanche il significato delle parole che pronunciano. Senza spiegargli nulla li rendono blasfemi. Qualcuno non è battezzato per scelta dei genitori o perché appartenenti ad altre religioni.
La cosa grave è che non sono stati informati i genitori dell’applicazione di questo rituale. Oppure se lo hanno fatto molti genitori si sono arresi per evitare di isolare e quindi far discriminare i figli
Noi abbiamo scritto subito alla dirigente scolastica chiedendogli spiegazioni comunicando l‘illegalità della cosa.
Siamo stati fermati dalle maestre che hanno giustificato questa preghiera come momento di comunione tra i bambini. Alla mia domanda se gli altri genitori fossero d’accordo mi hanno detto si perché anche i bambini di altre religioni partecipano alla recita di Natale sul presepe… peccato che la recita preveda una finzione, la preghiera no.
Aspettiamo la risposta scritta della dirigente e del consiglio scolastico.
Forse perderemo o forse no.
Ricordiamoci ogni tanto di rispolverare la Costituzione e cominciamo a difendere i nostri diritti.
Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. […]
Art. 8.
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. […]
Art. 19.
Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.
Art. 21.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. […]