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Primi danni

In un giorno solo il piccolo teppista è riuscito a rompere nell’ordine:
la stampante di mamma e papà e il vetro di una cornice per foto a casa dei nonni. Il tutto agendo con destrezza furtiva.

Meno male che non ho ancora fatto l’Albero di Natale!

Oggetto transizionale

Mi chiedevo sempre quando sarebbe comparso il suo oggetto transizionale. L’altra mattina mentre ci preparavamo per andare all’asilo Edo ha voluto portarsi il suo pupazzetto (un incrocio tra un metalmeccanico e un idraulico). Gli è sempre piaciuto ma lo aveva perso un po’ di vista. Lo ha ritrovato qualche giorno fa e non se ne vuole più liberare. Insomma è stato tutto il giorno con il suo omino e l’ho ritrovato la sera, quando sono andata a prenderlo, che lo teneva ancora stretto in mano.

Ieri gli ha dato anche il nome: Poppo (con la o chiusa ndr.)

Un cucchiaio per amico

Direte che parlo sempre di cibo ma il piccoletto continua a stupirmi durante i pasti.

Stasera per cena c’era il brodo vegetale, cibo amato in genere dai bambini visto che non devono sforzarsi di masticare e spesso vengono “imboccati”. Arriva la ciotola e Edoardo entusiasta inizia a incitare “pappa pappa” fino a quando gli porgo la prima cucchiaiata. Allora scoppia in un vero e proprio attacco isterico. Poi capisco (le mamme le sanno tutte 😀 ). Gli metto davanti il suo cucchiaio e la sua ciotolina. Ed ecco il miracolo: con compostezza da adulto comincia a mangiare da solo.

Ci siamo guardati con il procione e a stento abbiamo trattenuto le lacrime.

La grande abboffata

edoforchetta.jpgChe fosse un mangiatore lo sapevamo.
Ma ieri, giorno del suo complemese, 18 per l’esattezza, ha iniziato a mangiare tutto da solo con la forchetta.
Certo le mani sono sempre un valido aiuto!!!

Per la prima volta siamo riusciti a mangiare un pasto caldo e non a velocità supersonica.

Senza parole

…anzi senza voce perché di parole ne avrei tante da dire ma esce solo un filo di voce. E sfido chiunque ad attirare l’attenzione di un bimbetto con il solo sguardo. Anche se questa mattina Edo, mentre cercava di usare un interruttore vietatissimo, mi ha guardato, ha aspettato il solito “No” e trovando solo uno sguardo severo ci ha ripensato.

Che funzioni più il silenzio delle parole?

Jam session

edomusica.jpg

Domenica il piccoletto ha suonato insieme a nonno Giancarlo.
Cercavamo un metodo per farlo stancare un po’ e quindi dormire e il nonno lo ha trovato. Gli fa sentire spesso, come faceva con noi figli, i suoi pezzi preferiti, quelli che suonava da giovane. Edoardo di solito balla soltanto, stavolta la performance si è evoluta.

Ci vuole un fiore

E’ sera: porto Edoardo a letto per fare le ninne. Inizio a cantargli la ninna nanna: “Per fare un tavolo ci vuole…”. Edoardo comincia a smaniare e stizzito scende dal letto. Io resto al mio posto, sdraiata. Lui percorre tutta la casa, arriva in salone, si arrampica sul divano, prende il libro (Ci vuole un fiore) e me lo porge fiero. Riprendo a cantare, stavolta sfogliando le pagine. Dopo la decima volta finalmente cede al sonno.

Spesso mi chiedo se questo entusiasmo per la lettura gli resterà. Lo spero: così i “geni lettori” non andranno persi.