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Sane abitudini

Da qualche giorno Edoardo ha acquisito questa nuova abitudine. Dopo cena si guarda un film (in questo momento è conteso tra manni [L’era glaciale] e dago [Dinosauri]) ma appena si sente stanco va verso il televisore, saluta con un ciao il personaggio in questione e lo spegne. Quindi mi prende per mano e mi porta nel lettone.

Magnifica abitudine. Ma quanto durerà?

Cacca e zen

Ore 3.15 di ieri notte.
Edoardo, nel lettone, trasformato in una fontana di vomito. Lo prendo con destrezza e lo porto al bagno a finire l’atto estremo. Ovviamente urlante e in lacrime lo metto per terra davanti al bidet (recipiente alla sua altezza) e gli apro l’acqua.
Come per magia smette di piangere e comincia a guardare l’acqua che scorre, subito trasportato in un’altra dimensione in un giardino zen.

So tutto un taglio

Non è il nome del figlio del lanciatore di coltelli ma la realtà di questi ultimi giorni. Tra cadute dal triciclo e contusioni varie Edoardo è un cerotto ambulante. La realtà invece è che sta crescendo e l’autonomia si paga (con le escoriazioni).

… lo stretto indispensabile….

A volte per stanchezza si commettono degli errori irreparabili.

Una settimana fa: dopo tre giorni a casa con mamma per l’influenza, al piccolo Edoardo ormai incontenibile, viene proposta la visione del Libro della giungla (quello bello bello restaurato per il 40° anniversario).

E’ stato l’inizio della fine: da allora si sono visionate le traccia 6 e 7 per almeno 12 volte di seguito (al giorno), spezzate a volte dal duetto Baloo/Mowgli. Così tra “lanti fanti” (elefanti ndr) e “Baloo” non si fa che cantare “… Ti bastan poche briciole lo stretto indispensabile….”.

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Come Giotto

ore 7.00: grido allarmato di papà Procione. Accorro preoccupata e vedo Edoardo che soddisfatto contempla il suo capolavoro. Gli viene tolta la matita ma lui prontamente si mette a colorare con l’altra (due mani, due matite). Perché tanta preoccupazione? Guardate qual era il supporto.

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…e adesso musica!

Tutto è cominciato con il ballo del qua qua. Qualche giorno fa le maestre mi hanno raccontato che appena Edo la sente non resiste e parte in una danza frenetica. Così tornati a casa abbiamo provato ed effettivamente è subito saltato giù dalla sedia e si è messo a ballare, ma poi si è fermato e quasi in preda ad una crisi da sindrome di Stendhal è scoppiato in lacrime. Da quel momento almeno a casa il ballo del qua qua non ha sortito più nessun effetto.

Ma oggi pomeriggio è ripartito con passi da ballerino provetto al suono di Chì chì chì cò cò cò e Cicale cicale.

Messaggio della macchina digitale: carica bassa per registrare il video. Argh!

Sfide

Pomeriggio domenicale.
Edoardo appena convalescente.
Cosa c’è di meglio di una merendina soffice?
Peccato che per realizzare questi magnifici e buonissimi plum cake allo yogurt (ricetta reperibile su il cavoletto di bruxelles) ho dovuto sfidare le leggi della fisica o meglio dell’equilibrio.

Edoardo mi si è avvinghiato ad una gamba mentre cercavo di riempire gli stampini e continuava a gridare pappa pappa perché irretito dallo splendido aspetto dell’impasto.

Ecco il risultato.

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Rumori fuori scena

Il giorno della Befana è venuto a trovare Edoardo il suo amichetto di pancia Francesco: un bambino decisamente esuberante e molto rumoroso. Hanno condiviso più o meno fraternamente i regali di Natale di Edo. Lo ha colpito molto, ovviamente, il sonaglio da spingere e il triciclo sonante di Winnie the Pooh. Anche la “ducati” telecomandata della Chicco, il bruco di legno trainabile e il carrellino con le forme di legno, insomma tutti quei doni che fanno tanto ma tanto rumore. I cinque libri che vanno ad arricchire la ormai densa biblioteca di Edoardo sono stati ignorati, con grande dispiacere della mamma di Francesco che lo vorrebbe assiduo lettore.

Edoardo da buon padrone di casa ha mostrato a Francesco i luoghi vietatissimi e hanno comunicato ognuno nella propria lingua a proposito di pappa, bottoni e interruttori.

Insomma un pomeriggio divertente ma infernale a correre dietro ai piccoli unni intenti a distruggere quel poco di casa adulta che sopravvive all’infanzia scalmanata.

PS: spero ci perdoni l’inquilino del piano di sotto.