Perché questo è un momento un po’ difficile per la nostra famiglia. La società per cui lavoriamo ha aperto la procedura di licenziamento per 1192 su 1880 e gli animi non sono dei più sereni. Il 22 ottobre mentre aspettavamo ancora di ricevere lo stipendio di agosto (mai arrivato) abbiamo ricevuto invece la lettera di licenziamento. Così per risposta il 28 la sede di Roma è stata occupata così come quella di Pregnana Milanese (Milano) dal 3 novembre.
Si è cercato di arrivare all’attenzione delle istituzioni e dei media con tanta fatica perché mantenere un presidio attivo non è semplice. I primi giorni quasi nulla: Anno Zero ci ha nominato nel mucchio delle aziende in crisi, Ballarò ha filmato due ore il presidio e ha mandato 5 minuti di servizio affogato in un contesto che non è del tutto la nostra realtà. (Noi siamo vittima soprattutto di una cattiva gestione. E non voglio aggiungere altro, ndr). Poi l’occupazione di Milano ci ha portato sul TG3 nazionale. Poi tutto tace.
Ma ecco improvvisamente la botta di fortuna (nella sfortuna): all’ex AD gli parte la brocca e viene a fare un raid all’alba per stanarci dalla SUA sede.
E così siamo su tutti i giornali e in tutti i TG almeno per un paio di giorni.
Ora c’è un continuo pellegrinaggio di giornalisti che scattano, riprendono, intervistano. Sembra quasi un pellegrinaggio (dice una mia collega). Forse anche loro aspettano un miracolo. Come noi. Che continuiamo ad aspettare che venga aperto un tavolo alla Presidenza del Consiglio. Che continuiamo ad aspettare i nostri stipendi.
E intanto continuiamo a gestire questa crisi all’interno delle nostre famiglie. Che sono quelle che rischiano di più, perché si rischia di far ricadere sui familiari le tensioni accumulate.
Edoardo è troppo piccolo per comprendere totalmente i motivi della protesta ma glielo abbiamo spiegato lo stesso. Così quando il fine settimana andiamo insieme al presidio lui in macchina canticchia: «vogliamo i soldini, vogliamo i soldini. Per comprare il gelato …. al cioccolato». Beata ingenuità.
Mi dispiace moltissimo! Immagino che non sia un momento sereno, ma se passare di qui ti distoglie anche solo per un secondo dai tuoi pensieri, ti aspettiamo!
Un abbraccio!
Mi mancavano le avventure del tuo Edoardo, ma immaginavo fosse legato alla situazione lavorativa. Molte volte mi è capitato di pensare cosa farei nel caso mi trovassi in una situazione simile e ogni volta non so darmi una risposta. Io e mia moglie lavoriamo nella stessa azienda e la preoccupazione di trovarsi improvvisamente entrambi a casa non mi lascia per nulla tranquillo, soprattutto da quando c’è Edo.
Se posso fare qualcosa sono qui. Non esitare a chiedere.
Ciao,
Ruben.
Grazie carissimi la solidarietà è una gran cosa. Non ti fa sentire solo. E devo dire che ne stiamo ricevendo molta. Moltissimi lavoratori di altre società informatiche e non, in crisi e non, ci hanno dimostrato la loro solidarietà. Il caso Agile ex Eutelia o per meglio dire la lotta dei lavoratori di questa azienda rappresenta ormai un esempio. Per tutti quelli che purtroppo si trovano ad essere vittime di “imprenditori diversamente onesti”. E purtroppo ce ne sono tanti.
Per info http://www.eulav.net.
Accidenti quanto mi dispiace. In bocca al lupo, davvero!
(meglio essere bambini, in alcuni casi!)
Arianna
Vi penso sempre con molto affetto tu, il procione e il piccoletto… non posso fare nulla per voi, lo so, se non essere solidale al massimo.
Giusto qualche giorno fa parlavo con un vostro dirigente che è riuscito ad andare in pensione (anche lui licenziato) e davvero la situazione è peggio di quella che credevo.
Vi abbraccio forte… vorrei poter fare di più
Un bacio a tutti!